Ebbene si, dopo più di vent’anni uno dei più importanti e famosi fast food al mondo ha rinnovato la sua brand identity, tuffandosi nel passato e ispirandosi all’immagine del proprio brand avuta tra il ’69 e il ’99. Stiamo parlando del famigerato Burger King!
Questa azione di rebranding, così inaspettata e improvvisa, nasce dalla voglia di riportare il focus su tutto ciò che per il brand è sempre stato importante, sottolineando la bontà dei suoi panini, in particolare il Whopper. Questa attenzione alla qualità ha fatto si che anche la palette dei colori venisse revisionata, abbandonando le sgargianti cromie del vecchio logo per legarsi ad una palette più naturale e realistica, azzeccatissima per aiutare a trasmettere una sensazione di genuinità e freschezza degli ottimi ingredienti utilizzati.
Il rebranding non ha agito soltanto sul logo, ma ha come sempre avviato un processo di stravolgimento di tutta l’identità visiva legata al brand, dai pack utilizzati negli store alle divise assieme a tutta la comunicazione associata a Burger King.
Il risultato ha un aspetto classico e molto minimal ma allo stesso tempo accattivante e moderno, rendendo così tutti i prodotti condivisibili e instagrammabili!
Il cambiamento avvenuto, a nostro pensiero, è stato estremamente necessario, soprattutto in un momento di crisi senza precedenti cui i fast food sono costretti a vivere. Il Restyling ha rinfrescato l’identità del brand, abbandonando i valori che si volevano sottolineare (come la velocità e la modernità, ormai anacronistici) poco funzionali e strategici. Ma andiamo a dare un occhio ai cambiamenti apportati al logo:
Sui packaging non mancherà ovviamente il nuovo logo e verranno aggiunti anche nuovi disegnini grafici giocosi raffiguranti gli ingredienti. Saranno spesso utilizzati aggettivi come “gustoso” e “croccante” per rendere ancora più accattivanti i prodotti proposti dal brand. Questo rinnovamento grafico sarà immediatamente visibile nelle pubblicità, nella segnaletica, negli imballaggi e sui social, mentre per la ristrutturazione globale dei suoi quasi 19.000 ristoranti ci vorranno alcuni anni.